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Epicondilite: cos'è e come si cura



Di cosa si tratta

L’epicondilite laterale è un dolore che si localizza all’altezza dell’articolazione del gomito e rende dolorosi o persino impossibili alcuni movimenti semplici come ruotare la maniglia della porta o versare da bere. Possono esserne colpiti gli sportivi, in particolare i tennisti (è anche detta "gomito del tennista"), ma anche chi usa il mouse, i muratori, i manovali e, in generale, chi per molte ore esegue movimenti di flessione del braccio e di rotazione del polso.

Sintomi

Dolore che si irradia dalla parte esterna del gomito all'avambraccio e al polso. La debolezza e il dolore che ne conseguono rendono difficile utilizzare la mano per far presa (stringere la mano, girare la maniglia) o tenere alcuni oggetti come bicchieri o tazze.

Quando rivolgersi al medico?

Se il riposo, gli impacchi di ghiaccio e l'uso di antidolorifici non migliorano il dolore, è bene rivolgersi al proprio medico. In molti casi la storia clinica e una visita medica forniscono informazioni sufficienti per una diagnosi, ma se il medico sospetta qualche altra patologia, è possibile che prescriva esami più approfonditi come l'elettromiografia (serve a verificare che i sintomi non siano dovuti a un nervo schiacciato. Anche l'artrosi cervicale può causare sintomi simili, dunque è necessario escluderla.

Come si cura l’epicondilite

Solitamente, riposo e antidolorifici contribuiscono ad alleviare il dolore. Ma se i sintomi persistono, si consiglia di avviare quanto prima il trattamento di fisioterapia per evitare fenomeni di cronicità che allungherebbero di molto i tempo di guarigione.

Se il medico lo ritiene utile e nelle fasi iniziali dell'epicondilite, è possibile inoltre procedere con terapie infiltrative per ridurre l'infiltrazione. Dopodiché è fondamentale avviare un programma di riabilitazione. FisioZaino propone un ciclo di sedute dove saranno abbinate terapie fisiche e manuali. Si inizierà con le Onde di Pressione ad Alta Frequenza in grado di accelerare il processo di guarigione e alleviare le problematiche croniche con pari efficacia e meno dolore rispetto alle onde d’urto. A seconda dei casi, è possibile abbinare anche la Tecarterapia per ridurre l’infiammazione e decontratturare i muscoli. Oltre alle terapie fisiche, il fisioterapista interverrà con trattamenti manuali che potenzino i benefici dei macchinari. Infine, una volta superata l’infiammazione, servirà un percorso terapeutico con esercizi di rinforzo e stretching.


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